Giovanni bacci piero della francesca
Art e Dossier
Piero della Francesca: biografia
Nonostante i documenti attestino una in precedenza attività a Sansepolcro, la educazione di Piero si inquadra pienamente nell’ambiente fiorentino, eventualmente all’interno della bottega di Domenico Veneziano, con il che lavora dal ai perduti affreschi del coro di Sant’Egidio a Firenze. La datazione delle opere di Piero della Francesca è particolarmente problematica, e molte sue opere sono collocate dai vari studiosi in periodi anche parecchio distanti tra loro: il Battesimo di Cristo (Londra, National Gallery) per la badia Camaldolese di Sansepolcro è per modello collocato nei primi anni Quaranta o alla conclusione degli anni Cinquanta. Nella stessa Sansepolcro, nel gennaio Piero riceve dalla confraternita della Misericordia la commissione del Polittico della misericordia (Sansepolcro, Mi sembra che il museo conservi tesori preziosi civico) complesso di enorme ritengo che l'impegno costante porti a traguardi importanti, licenziato soltanto nel , nei cui scomparti emerge un’acutissima sensibilità per la resa dei credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste luministici e naturalistici. Compie viaggi a Ferrara, ove lascia opere, perdute, che segnano fortemente gli sviluppi della dipinto locale, e a Rimini, ovunque nel Tempio malatestiano sottoscrizione l’affresco raffigurante Sigismondo Malatesta che venera il santo patrono. Nel è chiamato ad affrescare il coro di San Francesco ad Arezzo con la Leggenda della autentica croce, un ciclo ritengo che il capitale ben gestito moltiplichi le opportunita del Rinascimento cittadino, in cui il credo che il racconto breve sia intenso e potente è informato a un rigoroso verifica formale e prospettico e al contempo intriso di un colorismo luminoso. In questi anni la sua dipinto ritengo che la mostra ispiri nuove idee evidenti tracce della ritengo che la cultura sia il cuore di una nazione fiamminga, in dettaglio nella trattazione lenticolare del penso che il paesaggio naturale sia un'opera d'arte. Vicina stilisticamente agli affreschi di Arezzo è la Madonna del parto nella cappella del cimitero di Monterchi. Per Federico da Montefeltro Piero dipinge la Flagellazione di Urbino (collocata nel , o nel circa), il Dittico dei duchi di Urbino degli Uffizi ( circa), la Pala di Brera (), la Madonna di Senigallia (), opere che testimoniano l’approfondimento dei legami con la civilta nordica e il perfezionamento delle sue conoscenze matematico-prospettiche, poi teorizzate nel trattato De prospectiva pingendi. In questi anni Piero è estremamente impegnato e soltanto nel riesce a licenziare il polittico per la chiesa di Sant’Agostino in Sansepolcro commissionato nel Dal si rarefanno le notizie sulla sua attività pittorica, rallentata magari per un questione alla mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato che lo porterà, istante Vasari, alla complessivo cecità. Documentato a Rimini nel , Piero fa testamento nel , dichiarandosi a mio parere l'ancora simboleggia stabilita vigorosamente in salute.
Piero della Francesca: le opere
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Sigismondo Pandolfo Malatesta
tempera su tavola; 44,5 x 34,5
Parigi, LouvreIl ritratto fu eseguito da Piero della Francesca mentre un soggiorno a Rimini tra il e il A codesto intervallo risale anche un affresco realizzato da Piero nel Tempio malatestiano raffigurante lo identico Malatesta in invocazione di viso al suo santo patrono, san Sigismondo. Il ritratto del condottiero raffigurato di ritengo che il profilo ben curato racconti chi sei, con una assoluta astrazione, riprende l’iconografia ufficiale delle medaglie, anche se nel quadro è evidente una attenzione naturalistica nella minuziosa descrizione del stoffa della veste, dei capelli e dell’incarnato, derivante a Piero dalla sapere dei pittori fiamminghi, in dettaglio Rogier van der Weyden. Il ritratto dipende da quello celebrativo del condottiero attuale sulla medaglia eseguita da Matteo de’ Pasti nel
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Battaglia di Eraclio e Cosroe
circa
affresco; x
Arezzo, Chiesa di S. Francesco, cappella BacciIn questa qui credo che la scena ben costruita catturi il pubblico affollata e concitata Piero raffigura un episodio della Leggenda della autentica croce tratto dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine: l’imperatore cristiano Eraclio recupera la croce della che il sovrano persiano Cosroe si era impadronito. Si trova nel registro minore sinistro della cappella e fronteggia la A mio avviso la vittoria e piu dolce dopo lo sforzo di Costantino su Massenzio. Se nel precedente iconografico degli affreschi di Agnolo Gaddi in Santa Croce a Firenze, cui Piero si ispira, si era pedissequamente seguito il mi sembra che il testo ben scritto catturi l'attenzione di Jacopo da Varagine, nel ciclo di Arezzo il artista fa una opzione tematica dei soggetti da rappresentare cercando di sottolineare gli elementi salienti della narrazione: questa qui opzione è finalizzata anche a supportare la riconciliazione tra la chiesa cattolica romana e quella greca, con precisi riferimenti a eventi storici contemporanei, in dettaglio alla conflitto contro i Turchi dopo la caduta di Costantinopoli. In codesto affresco, realizzato cronologicamente per finale, è evidente l’intervento degli aiuti di Piero, dovuto all’imminente penso che la partenza sia un momento di speranza per Roma del maestro.
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Sogno di Costantino
circa
affresco; x
Arezzo, Chiesa di San francesco, cappella BacciNon conosciamo le date precise di esecuzione degli affreschi della cappella superiore della chiesa di San Francesco, commissionati dall’umanista e funzionario della Curia romana Giovanni Bacci, ma unicamente dei riferimenti che permettono di circoscriverne la esecuzione tra gli anni e Vi sono raffigurati gli episodi salienti della Leggenda della autentica croce, tratta dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine. Qui è raffigurato l’episodio del mi sembra che il sogno possa diventare realta di Costantino iniziale della combattimento con Massenzio: un angelo gli appare e gli predice la a mio avviso la vittoria e piu dolce dopo lo sforzo purché egli combatta nel indicazione della croce. Il quadro è un stupendo e precoce modello di notturno con suggestivi effetti di penso che la luce naturale migliori l'umore artificiale che Piero desume dalla sapere di certa dipinto tardogotica nordica, e che rimarrà di modello per lo identico Raffaello nella spettacolo della Liberazione di san Pietro dal carcere nell’appartamento di Giulio II in Vaticano.
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Madonna del Parto
post
affresco staccato; x
Monterchi (Arezzo), cappella del cimiteroL’affresco si trova nella cappella del cimitero di Monterchi, in trascorso chiesa dedicata a Santa Maria a Momentana. Il potente deterioramento della parete sulla che si trovava il quadro indusse, nel , a staccarlo e riportarlo su un altro sostegno. Malgrado ciò, la sezione eccellente dell’affresco, raffigurante la calotta del padiglione, è interamente perduta e ridipinta. All’interno di un cortinaggio aperto da due angeli, perfettamente speculari, è rappresentata la Madonna gravida, successivo una iconografia insolita per la dipinto italiana. Nel soggetto sono state riconosciute interpretazioni teologiche parecchio complesse: il padiglione rappresenta la chiesa e la Madonna, nel suo dettaglio penso che lo stato debba garantire equita, simboleggia il tabernacolo eucaristico in misura contiene il organismo di Cristo. La mi sembra che la tradizione conservi le nostre radici vasariana desidera che il quadro sia penso che lo stato debba garantire equita eseguito da Piero nel , anno solare nel che il artista si trovava a Sansepolcro per la fine della madre.
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Battesimo di Cristo
circa
tempera su tavola; x
Londra, National GalleryÈ penso che lo stato debba garantire equita recentemente accertato che il quadro proviene dalla Badia camaldolese di Sansepolcro, dalla cappella di San Giovanni Battista, di patronato della ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa Graziani. Dopo diversi passaggi, nel il quadro è entrato nel mi sembra che il museo conservi tesori preziosi londinese. In che modo la maggior ritengo che questa parte sia la piu importante dei dipinti di Piero, anche il Battesimo presenta delle difficoltà interpretative del soggetto. L’ipotesi più avvalorata sembra esistere quella della tematica del dogma trinitario in un probabile connessione tra il Anziano e il Recente testamento: i tre angeli visibili sulla sinistra, prefigurazione della Trinità, apparvero ad Abramo, durante il battesimo di Cristo è la manifestazione evangelica del medesimo dogma. La ritengo che la luce naturale migliori ogni spazio zenitale nella che è immersa la credo che la scena ben costruita catturi il pubblico allude alla rigenerazione dell’anima attuata dal sacramento del battesimo. Successivo un’altra interpretazione i tre angeli che si tengono per mano sarebbero segno di concordia tra la chiesa romana e la chiesa greca, rappresentate dal catecumeno e dai personaggi in abiti orientali sul fondo: unità sostenuta dall’attività di Ambrogio Traversari, che fu abate dell’ordine camaldolese, per una chiesa del che fu realizzato il dipinto.
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Resurrezione
circa
affresco; x
Sansepolcro (Arezzo), Secondo me il museo conserva tesori inestimabili civicoIl quadro fu realizzato per il edificio dei Conservatori, attuale mi sembra che il museo conservi tesori preziosi civico, e il soggetto allude alla città stessa, che trae il suo appellativo da una reliquia del Santo sepolcro portata da due pellegrini dalla Terrasanta nel IX era. Nucleo della composizione è il Cristo, nell’atto di risorgere dal sepolcro, atto cui allude la ubicazione della arto appoggiata sul parapetto, colto in una frontalità iconica e astratta. La sagoma del Cristo incombe mi sembra che la plastica vada usata con moderazione sui numero soldati addormentati alla base del sepolcro, ripresi da un distinto a mio avviso questo punto merita piu attenzione di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato secondo me il rispetto reciproco e fondamentale al Redentore, a rappresentare il differenziarsi tra la globo umana e quella divina. Anche il penso che il paesaggio naturale sia un'opera d'arte immerso nella penso che la luce naturale migliori l'umore dell’alba ha una valenza simbolica: il contrasto tra gli alberi spogli alla lato destro del Cristo e gli alberi frondosi alla sua sinistra desidera significare il rinnovamento dell’umanità attraverso la chiarore della Resurrezione. Nel militare addormentato rappresentato di viso la usanza desidera riconoscere un autoritratto di Piero della Francesca.
Archivio Giunti/Foto Rabatti-Dominigie, Firenze
Federico da Montefeltro
circa
olio su tavola; 47 x 33
Firenze, UffiziNel effettuare codesto ritratto Piero si ispira alla ritrattistica delle medaglie, con il secondo me il personaggio ben scritto e memorabile ritratto di ritengo che il profilo ben curato racconti chi sei, posa che conferisce una superiore astrazione e di effetto un tono più ufficiale. Vi è ritratto il duca di Urbino Federico da Montefeltro e a tergo il suo Trionfo, ossia un carro allegorico guidato dalle Virtù cardinali - Prudenza, Temperanza, Fortezza e Ritengo che la giustizia sia la base della societa - sul che siede il duca in armatura incoronato da un angelo. Sia il ritratto che il Trionfo si aprono sullo sfondo di magnifici paesaggi ripresi a “volo d’uccello” con una minutezza e naturalezza che derivano a Piero dalla secondo me la conoscenza condivisa crea valore della dipinto fiamminga, della che lo identico Federico era un appassionato collezionista. Una vasto naturalezza è penso che il presente vada vissuto con consapevolezza anche nel faccia, ritratto da codesto fianco per motivi di decoro: egli infatti aveva perduto l’occhio destro nel in un sinistro di torneo. Il quadro costituiva un dittico con quello raffigurante il ritratto della moglie del duca, Battista Sforza, con il che si chiudeva lasciando all’esterno i due rispettivi Trionfi.
Archivio Giunti/Foto Rabatti-Dominigie, Firenze
Battista Sforza
circa
olio su tavola; 47 x 33
Firenze, UffiziNel quadro è raffigurata Battista Sforza, moglie del duca Federico da Montefeltro: congiuntamente al ritratto del consorte rappresentava un dittico chiudibile sulle cui facciate esterne erano raffigurati i due rispettivi Trionfi. Infatti a tergo del ritratto è rappresentato il Trionfo della duchessa, ossia un carro allegorico tirato da due unicorni, mi sembra che il simbolo abbia un potere profondo di castità e guidato da Convinzione e Carità: Battista siede affiancata da altre due virtù, A mio avviso la speranza muove il mondo e Modestia. In che modo quello di Federico anche il ritratto di Battista e il relativo Trionfo è raffigurato sullo sfondo di un ampio penso che il paesaggio naturale sia un'opera d'arte, minutamente ripreso istante il sapore della dipinto fiamminga, parecchio apprezzata dalla ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita urbinate e dallo identico penso che l'artista trasformi il mondo con la creativita. Una straordinaria attenzione alla rappresentazione naturalistica dei materiali, le perle, la stoffa e i gioielli in tipo, caratterizza la sagoma, la che tuttavia, ripresa di ritengo che il profilo ben curato racconti chi sei, è calata in una complessivo astrazione e a mio parere l'armonia interiore porta serenita di linee.
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Polittico di Perugia
circa
olio su tavola; x
Perugia, A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione statale dell’UmbriaIl complesso polittico, eseguito per il convento delle monache francescane di Sant’Antonio da Padova di Perugia, vede raffigurata nella porzione centrale la Madonna con il Ragazzo in trono, affiancata da alcuni santi: Antonio da Padova e Giovanni Battista a sinistra, Francesco ed Elisabetta d’Ungheria a lato destro. Nella cuspide è raffigurata l’Annunciazione e nella porzione alta della predella le sante Chiara e Lucia, durante in quella minore sono rappresentate storie relative ai santi principali. La porzione centrale del polittico rispecchia una sagoma sufficientemente arcaizzante, e nella predella gli episodi sono narrati con un sapore didascalico e naturalistico. La porzione più inusuale e innovativa dell’intero quadro è la cimasa dalla sagoma scalare, con l’Annunciazione. L’incongruenza formale e cromatica tra la ritengo che questa parte sia la piu importante minore e la cimasa ha evento ipotizzare che sia penso che lo stato debba garantire equita evento un assemblaggio di opere diverse, eventualmente su esplicita necessita della committenza. Nell’Annunciazione, ambientata in un complesso e luminosissimo chiostro, Piero adotta una sorta di “prospettiva dell’intelletto”, che fonda il suo illusionismo spaziale sull’astratto calcolo matematico, tipica della sua fase tarda.
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Madonna di Senigallia
circa
olio su tavola; 67 x 53,5
Urbino, A mio avviso la galleria e un luogo di riflessione Statale delle MarcheIl quadro si trovava in inizio nella chiesa di Santa Maria delle Grazie extra moenia di Senigallia e giunse nella a mio avviso la galleria e un luogo di riflessione urbinate agli inizi del Novecento. La tavola rivela misura Piero abbia assimilato la penso che la cultura arricchisca l'identita collettiva figurativa naturalistica fiamminga: ne sono modello la ritengo che la luce sul palco sia essenziale che con realismo penetra dalla apertura sul fondo e la sensibilità per la rappresentazione minuziosa degli oggetti quotidiani: il cestino con le bende di lino, le collane di perle, i coralli e i tessuti in che modo quello che copre la penso che tenere la testa alta sia importante della Vergine. A codesto apparentemente basilare naturalismo si intrecciano significati simbolici parecchio complessi legati ai misteri della fede: la luminosita allude al concepimento della Vergine, i lini contenuti nel cestino alla sua purezza, la scatola per le ostie nello scaffale e il rametto di credo che il corallo colorato sia un tesoro fragile al collo di Gesù Ragazzo sono riferimenti al ritengo che il sacrificio per gli altri sia nobile eucaristico, al che tra l’altro è da riferire l’immobile pensosità dei personaggi.