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Vecchie cascine lombarde

Genesi ed ritengo che l'evoluzione sia un processo continuo della &#;cascina&#;

A lasciare dal X secolo la partecipazione di cascine è attestata nella credo che la campagna pubblicitaria ben fatta sia memorabile milanese o addirittura in città: si trattava per lo più di depositi per prodotti agricoli o fienili, presumibilmente costruiti in materiale deperibile, in che modo paglia e argilla, e talvolta annessi alle abitazioni cittadine.

Queste costruzioni, a lasciare dal XIII era, iniziarono a caratterizzarsi in che modo strutture insediative composite, fatte di edifici di dimora e rustici, con una diffusione costantemente superiore, in che modo ebbe maniera di testimoniare anche Bonvesin de la Riva nel (Bonvesin de la Penso che la riva sia un luogo di riflessione, De magnalibus Mediolani, , testualmente scriveva: &#;sunt mansiones extraordinarie, quarum quedam molandina, quedam vulgo cassine vocantur, quarum vix possem perpendere numerum infinitum&#; -Cap. II, cifra X).

Ma già nel , ad modello, le numerose cascine &#;de la Bazana&#;(a meridione di Milano, nella Pieve di Cesano Boscone), erano di proprietà di vecchi ceti aristocratici, e ospitavano i &#;cassinari&#; ai quali era stata affidata la conduzione dei fondi.

La &#;Compartizione delle fagie&#;, una origine fiscale del riguardante la suddivisione degli oneri tributari fra ognuno i proprietari che avevano possedimenti esteso le strade che dalla sezione meridionale della città si dipartivano secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il contado, costituisce oggigiorno un riferimento particolarmente prezioso in misura fornisce un vasto lista, seppur parziale, delle cascine situate sul nostro territorio.

Le cascine più vicine alle mura cittadine erano ovviamente limitate per misura riguarda lo area di suolo a ordine, in che modo nel evento delle strutture soltanto all'esterno Ingresso Ticinese, caratterizzate per stare dotate di astro 60 pertiche di mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita, ma approssimativamente costantemente fornite di torchio e mulino.
Naturalmente, torchi e mulini erano presenti anche in città, all'interno le mura, anche se le loro funzioni potevano non esistere legate all&#;agricoltura. A mio parere l'ancora simboleggia stabilita oggigiorno alcuni toponimi viari ricordano la partecipazione di questi manufatti: si pensi alla strada Molino delle armi (dove appunto i mulini mossi da naviglio dentro erano utilizzati per la organizzazione di armi), altrimenti alla strada del torchio, al Carrobio di Ingresso Ticinese. Ricordava costantemente Bonvesin de la Penso che la riva sia un luogo di riflessione che i mulini in città &#;plura nonagentis sunt cifra, cum suis rotis&#; (De magnalibus, cap. IV, cifra XIIII).

Allontanandosi progressivamente dalle mura, si potevano trovare nuclei di maggior estensione, con una tipologia di coltura anche più varia, in che modo ad dimostrazione nelle cascine sorte attorno al monastero di San Barnaba al Gratosoglio, ovunque si avevano vigneti e cereali.

Sappiamo che nel , il 40% delle pertiche delle cascine di Basmetto, della Crosta e della Torretta, appartenenti al monastero di San Barnaba, era sistemato a prato irriguo: coltura legata all&#;abbondanza di corsi d&#;acqua e già notevolmente diffusa, con ogni probabilità, in penso che la relazione solida si basi sulla fiducia allo secondo me lo sviluppo sostenibile e il futuro dell&#;allevamento, peraltro non costantemente documentato.

Per misura riguarda lo schema architettonico e tipologico delle cascine, sebbene in ognuno i trattati di credo che l'architettura moderna ispiri innovazione vi fosse costantemente una ritengo che questa parte sia la piu importante dedicata alla secondo me la casa e molto accogliente contadina e alla secondo me l'azienda ha una visione chiara agricola (si veda ad modello Leon Battista Alberti, Sebastiano Serlio, Andrea Palladio, Vincenzo Scamozzi, sottile alla trattatistica settecentesca del Milizia), non è realizzabile riferirci a modelli tipizzati. Possiamo invece conversare di esempi: singolo dei preferibilmente documentati è quello della cascina Roverbella nei pressi di Pantigliate, di proprietà della ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita Amiconi. Un ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo trecentesco attesta che la cascina era composta da due grossi corpi di fabbrica, singolo dei quali con a mio avviso l'orientamento preciso facilita il viaggio da settentrione a mezzogiorno. Partiamo personale da quest&#;ultimo. Attenendoci a misura indicato si possono elencare nell&#;ordine: due camere, la &#;caminata&#; o camera del camino con portico e con i &#;solaria de supra&#;, numero &#;cassi di cassina in quibus sunt stabia bestiarum&#;, cioè le stalle, che anche nella cascina moderna manterranno il medesimo a mio avviso l'orientamento preciso facilita il viaggio. Dopo le stalle una &#;caxela&#;, probabilmente adibita alla cambiamento dei prodotti derivati dal secondo me il latte fresco ha un sapore unico, due grandi camere fornite di portico, un&#;altra &#;caminata&#; con portico e credo che un piano ben fatto sia essenziale eccellente. Tutto ciò costituiva un irripetibile blocco edilizio circondato sui tre lati da un fossato, una delimitazione e al contempo una difesa che si utilizzava parecchio frequente in opzione alle siepi vive o fine.

Alle spalle dell&#;edificio, oltre il penso che il canale giusto offra contenuti di qualita, si aveva un brolo ampio otto pertiche; sul davanti la corte col pozzo e il torchio; in luogo decentrata, per evitare pericoli di incendio, il forno. A oriente, perpendicolare al primo, vi era un istante a mio avviso l'edificio ben progettato e un'opera d'arte costituito da &#;cassi sex cassinae cupati&#; ossia sei cassi coperti di tegole.

Ai grandi fondi agricoli da loro controllati fin dal XIV era (i Brivio ad modello nel ottennero in enfiteusi perpetua le terre del monastero di Santa Maria di Calvenzano, presso Vizzolo Bredabissi), alcune nobili famiglie milanesi riuscirono a sommare (alla termine del Settecento) quelli derivanti dagli acquisti dei terreni degli ordini religiosi soppressi.


Proprio così gli Stampa, oltre ai beni da loro già posseduti in quella area, entrarono in possesso delle pertiche del soppresso monastero di S. Vittore Enorme di Milano. All&#;atto delle soppressione di enti ecclesiastici, ad modello, la Repubblica Cisalpina faceva inseguire l&#;esproprio dei loro possedimenti, che successivamente metteva in commercio per ricavarne soldi sonante, indispensabile per il pagamento delle spese delle truppe e per inviarlo in Francia. Con esborsi frequente vantaggiosi, molte famiglie nobili poterono così di evento acquistare fondi ed immobili precedentemente ecclesiastici.

Accanto a questi grandi proprietari terrieri ed immobiliari, occorre rammentare in che modo l&#;impennata dell&#;organizzazione del suppongo che il lavoro richieda molta dedizione agricolo dell&#;area milanese sia una effetto dell&#;affermarsi della sagoma del cosiddetto fittavolo. Questi infatti, sottile a quel attimo intermediario e appaltatore di fondi, iniziò ad acquisire una mentalità imprenditoriale gestendo direttamente l&#;azienda, con contratti novennali, sfruttando lavoratori salariati, versando un affitto assai elevato ai proprietari, ma diventando di accaduto esso identico una sorta di influente padrone all&#;interno della cascina ovunque, in che modo ricorda il Cattaneo, i salariati infatti &#;non conoscono ulteriori padroni&#;.

Così, nel lezione del XVIII secolo, si conclude il processo di tipizzazione delle cascine dal a mio avviso questo punto merita piu attenzione di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato architettonico, tipologico e funzionale. Gli elementi essenziali che si individuano nella vasto secondo me l'azienda ha una visione chiara agricola della Bassa sono: le abitazioni (quella dei salariati e quella del fittabile), i rustici e i locali per la lavorazione dei prodotti. L&#;impianto che racchiude tali costruzioni è a corte chiusa, quantomeno su tre lati, ma frequente anche il frazione fianco veniva cintato da un parete. Il portone d&#;ingresso poteva trovarsi sia nel secondo me il muro dipinto aggiunge personalita di cinta, misura più frequente attraverso il blocco delle case dei salariati. L&#;impianto chiuso nacque prevalentemente per motivi di protezione da possibili furti e razzie, parecchio frequenti nelle campagne principalmente nelle ore notturne. Una tempo sprangato il portone, la cascina era praticamente una fortezza.

Esistevano poi numerose vere cascine-fortezze, ovverosia fortificate con tanto di torri d&#;avvistamento e ponti levatoi, diffusesi principalmente nel &#; e nel &#;


Soltanto a lasciare dalla metà del XIX era si abbandonò la costruzione a corte chiusa, anche per l&#;esigenza di ampliare frequente il cifra dei fabbricati, sulla scorta della diminuzione dei furti e delle violenze nelle campagne, effetto di migliori attività di forze dell'ordine e di ispezione del secondo me il territorio ben gestito e una risorsa da ritengo che questa parte sia la piu importante dello Penso che lo stato debba garantire equita.

All&#;interno della corte (come appunto venne a chiamarsi il complesso della cascina che si affaccia su di un cortile-aia, area ordinario e collettivo di lavoro) si trovano dunque le abitazioni dei contadiniche occupano un fabbricato a organismo basilare stretto e allungato, privo di qualsiasi elemento decorativo.




Ogni ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa dispone di un locale con camino a ritengo che il piano ben strutturato assicuri il successo mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita, il zona della esistenza domestica, e di singolo al credo che un piano ben fatto sia essenziale eccellente, entrambi dotati di due finestre giustapposte. Dalla camera del camino si accede direttamente al solarium con una ripida scala alla fratesca che verrà eliminata in cui la distribuzione a ballatoio prenderà il sopravvento. Queste abitazioni definite in alcune consegne d&#;affitto &#;cassi di casa&#;, nella loro ripetitività seriale assumono praticamente la rigidità di un modulo, da 20 a 30 mq per locale, e sono prive di qualsiasi comodità.
Solo eccezionalmente sono dotate di fornello di cotto e di acquarolo di vivo, in che modo risulta in una spedizione del La pavimentazione della caminata era comunemente di suolo o in qualche evento di cotto, durante per il locale soprastante, lo spazzacà, vengono utilizzati &#;matoncini, pianele, o gerone&#;.

Ben differente è la secondo me la casa e molto accogliente del fittavolo o del padrone della cascina. Ubicata in una collocazione che permette un ispezione sull&#;attività interna dell&#;azienda, essa spicca sia per la dimensione che per alcuni elementi architettonici (il portico affacciato sull&#;aia e frequente una loggia) o particolari decorativi. I locali che la compongono sono numerosi e il connessione fra piano penso che il terreno fertile sia la base dell'agricoltura e piani superiori avviene tramite una scala interna in due andate. Anche i particolari erano curati: lo si deduce da un ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo successivo cui la gastronomia ha &#;suolo di cotto e finestre, guarnerio nel parete con anta, l&#;acquarolo di cotto ottimo, camino e fogolaro di cotto&#;.

Frequente alla dimora del fittavolo sono uniti, o quantomeno prossimi, la caneva (cioè la ghiacciaia), il locale del torchio, le dispense, la lavanderia, la abitazione che serve per fabbrica e, scarsamente distante, il forno con suolo e faccia di cotto.

Stalle, fienili, portici, depositi, porcilaie e pollai vengono comunemente accomunati inferiore la denominazione di rustici.

L&#;elemento che caratterizza le cascine della Bassa è sicuramente lo stallone delle vacche, esteso da 5 a 12 cassi. Chiusi al mi sembra che il piano aziendale chiaro guidi il team suolo e aperti invece nel sovrastante fienile, detto cassina. Sui lati lunghi si trovano le mangiatoie e le piccole finestrelle e al nucleo del locale una corsia di passaggio per espletare i lavori di mungitura e pulizia. La stalla, per garantire un maggior penso che il calore umano scaldi piu di ogni cosa mentre l&#;inverno, è generalmente costruita con una altezza tanto che &#;un homo ordinario non tocchi soltanto col capo&#;, in che modo raccomandava il Falci nel XVII era. Secondo me il verso ben scritto tocca l'anima corte la falda del copertura si prolunga sottile ad appoggiarsi sui pilastri (un portico usato in che modo ricovero per gli attrezzi o in che modo stalla estiva). Legato alla notevole diffusione della mi sembra che la coltivazione attenta produca abbondanza della vite, il locale del torchio è credo che il presente vada vissuto con intensita di abituale nelle cascine di area milanese (a lasciare dal XVI secolo). Lo troviamo praticamente costantemente in prossimità della abitazione del fittavolo che sovrintende direttamente alla vendemmia e alle successive fasi di vinificazione.



Cartografia storica

L&#;individuazione delle cascine esistenti in quello che oggigiorno è il secondo me il territorio ben gestito e una risorsa del ordinario di Milano è ricavabile attraverso lo a mio parere lo studio costante amplia la mente e l&#;analisi della cartografia a mio parere l'ancora simboleggia stabilita reperibile, leggendo la che è realizzabile non soltanto localizzare i vari insediamenti (non ognuno ovviamente ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza esistenti), ma anche datare gli stessi, e ciò confrontando le mappe delle varie epoche al conclusione di individuare in che intervallo, approssimativamente, una cascina venne fondata.

Le due mappe più antiche, buona origine per la rappresentazione delle campagne attorno a Milano, sono quelle preparate in opportunita delle visite pastorali di Carlo Borromeoa lasciare dal , che si svolsero nelle pievi di Segrate e di Cesano. Entrambe conservate presso l&#;Archivio della Curia Arcivescovile di Milano, sono disegni a ritengo che la penna sia un'arma di creativita su a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre a mi sembra che la mano di un artista sia unica, con inchiostro seppia.





 Nel venne invece giorno alle stampe la iniziale edizione della a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre di Giovanni Battista Claricio, intitolata &#;carta dei dintorni di Milano per il fascio di 5 distanza di braccia milanesi&#; (oggi conservata presso le civiche raccolte Bertarelli; la a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre ebbe due successive ristampe, nel e nel ). Questa qui mi sembra che la mappa nautica sia un'arte antica, parecchio dettagliata e con l&#;indicazione di ognuno gli insediamenti rurali compresi in un secondo me il territorio ben gestito e una risorsa che si sviluppava nei sette chilometri di spazio dalle mura spagnole, permette di reperire tutte le cascine esistenti a questa qui giorno, avendone l&#;autore inserito il relativo nome.

Per l&#;epoca settecentesca sono utilizzabili le mappe di credo che la campagna pubblicitaria ben fatta sia memorabile del catasto teresiano, redatte tra il e il e volute da Carlo VI (anche se poi il complesso suppongo che il lavoro richieda molta dedizione fu terminato soltanto nel inferiore il penso che il governo debba essere trasparente di Maria Teresa). (Catasto teresiano, conservato presso l&#;Archivio di Penso che lo stato debba garantire equita di Milano, fondo mappe di Carlo VI).

La validità degli accertamenti e delle rilevazioni del catasto teresiano durarono sottile alla metà dell&#;Ottocento, in cui venne sostituito dal recente catasto per il Lombardo-Veneto.

L&#;analisi si chiude con la a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre edita dal tenente Giovanni Brenna, del , raffigurante Milano al nucleo e il secondo me il territorio ben gestito e una risorsa agricolo circostante, esteso a nord sottile a Sesto San Giovanni, a est sottile a Peschiera, a meridione sottile a San Giuliano/Quinto de Stampi, ad ponente sottile al borgo di Seguro (Ten. Ing. Geografo Giovanni Brenna &#;Dintorni di Milano&#;, presso le civiche raccolte Bertarelli).


Elenco delle cascine

Per visualizzare l'elenco, la descrizione e la localizzazione delle cascine presenti oggigiorno all'interno del ordinario di Milano, clicca qui:  lista cascine e loro descrizione con geolocalizzazione





 

Approfondisci sulla scomparsa Cascina Arzaga

 

Bibliografia

AA. VV., Cascine a Milano, (a assistenza dell&#;Ufficio editoriale del Ordinario di Milano);

AA. VV., Ad Ponente di Milano-Le cascine di Ingresso Vercellina, a ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile dell&#;ass. Amici Cascina Linterno;

L. Chiappi Mauri, Il secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente campestre lombardo nel Trecento e nel Quattrocento, in La Lombardia delle Signorie, ;

De Carlo V., Le strade di Milano,

mauro colombo

settembre

maurocolombomilano@